Il Rossomanno è un monte alto 885 metri sul livello del mare, situato nella provincia di Enna.



Si trova nei pressi di Valguarnera Caropepe da cui dista 3 chilomenti. Dalla sua sommità è possibile dominare con lo sguardo il mare che bagna le coste della Piana di Catania.

Costituito da alture di origine arenaria e fluviale, il Monte Rossomanno è stato luogo molto frequentato dalle genti autoctone e poi dominio di alcune popolazioni. Numerose testimonianze del periodo pre-arcaico ci sono pervenute grazie ai ritrovamenti di piccole tombe a nicchia scavate nella roccia arenaria; ma è già nella protostoria siciliana intorno al VII secolo a.C. che si registrano i primi insediamenti rurali. Antropologicamente importanti le diverse tipologie funerarie: la più indigena, detta enchitrismos, ovvero l'inumazione dei cadaveri...e quella dei campi di crani con l'incineratorio dei defunti.
Dei luoghi che si affacciano sulla cosiddetta Valle dell'Infermo e quindi di fronte a Valguarnera, si attestano le fondamenta di spesse mura (fino a 2 metri di larghezza) che cingevano a difesa l'intera zona abitativa.
Da queste mura si ergevano numerose torrette sporgenti, oggi perdute. I tanti "profanatori" e "tombaroli" hanno però devastato numerossisimi reperti e distrutto per sempre alcune testimonianze importanti. Sparse per tutta la sommità di Rossomanno tanti cocci di vasellame rosse e nere prive di figura, tipiche del primo periodo greco e punte di lance e frecce.

La cittadella, da molti esperti ritenuta la perduta Magella, fu più volte conquistata dai Romani che quasi certamente la depredarono. A fronte di tali barbarie gli abitanti furono costretti ad abbandonare le proprie abitazioni. Soltanto in epoca bizantina il Monte Rossomanno scoprì un nuovo ripopolamento degli antichi siti abitativi e di questo si hanno diverse testimonianze certe. Cocci e soprattutto le mura di una chiesetta a pianta basilicale ad occidente. Nel periodo svevo, ovvero nel XIV secolo, la zona fu trasformata in feudo di Rossomanno dalla famiglia degli Uberti residenti a Enna, allora Castrogiovanni. Durante una spedizione armata, capeggiata dal Re aragonese Martino I di Sicilia, il feudo venne raso al suolo.

Oggi il Monte Rossomanno è una riserva naturale con un sofisticato progetto in atto per il recupero della fauna selvatica.